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Rischio di autoaccensione: fenomeno per cui materiali combustibili si incendiano spontaneamente.

rischio esplosione incendio

Il rischio esplosione incendio: quando il fuoco nasce senza scintilla

Il rischio esplosione incendio rappresenta una delle forme più insidiose di innesco degli incendi, in quanto non richiede una fiamma libera, una scintilla o un arco elettrico per iniziare la combustione. Si verifica quando un materiale raggiunge la propria temperatura di autoaccensione semplicemente per effetto di reazioni chimiche esotermiche interne o per accumulo di calore, in assenza di un raffreddamento adeguato.

Cos’è l’autoaccensione?

L’autoaccensione (o combustione spontanea) è un fenomeno che avviene quando una sostanza, esposta all’aria, si riscalda progressivamente fino a raggiungere una temperatura tale da innescare la combustione spontaneamente, senza apporto diretto di calore esterno.

La temperatura a cui questo fenomeno si manifesta è detta temperatura di autoaccensione e varia da sostanza a sostanza (es. olio vegetale: circa 360 °C; polveri di carbone: anche meno di 150 °C in certe condizioni).

Cause principali del rischio esplosione incendio

  1. Ossidazione spontanea: materiali come oli vegetali, stracci impregnati di solventi o vernici possono ossidarsi lentamente all’aria, producendo calore che si accumula in assenza di ventilazione.
  2. Accumulo di calore per decomposizione: sostanze organiche (es. letame, carbone, farine) possono degradarsi liberando calore.
  3. Riflusso o stoccaggio improprio: grandi cumuli di materiale (es. trucioli di legno, cotone, carbone) possono trattenere calore al centro, creando le condizioni ideali per la combustione spontanea.
  4. Presenza di materiali combustibili in ambienti con alte temperature ambientali.
rischio esplosione incendio

Esempi tipici

  • Stracci impregnati d’olio lasciati in cumuli in laboratori o officine.
  • Cumuli di fieno, carbone o segatura stoccati male in ambienti umidi o poco ventilati.
  • Filtri esausti o componenti di impianti industriali contaminati da sostanze oleose o solventi.
  • Reazioni chimiche non controllate in processi industriali.

Come prevenire il rischio esplosione incendio

  • Ventilazione adeguata nei locali di stoccaggio per disperdere il calore.
  • Controllo delle temperature interne di cumuli o contenitori.
  • Smaltimento corretto di stracci, filtri o altri rifiuti impregnati di sostanze ossidabili.
  • Controlli periodici su materiali stoccati, soprattutto se organici o chimicamente instabili.
  • Uso di contenitori ignifughi o inerti per materiali ad alto rischio.
  • Formazione del personale per riconoscere segnali premonitori (odore di bruciato, riscaldamento localizzato).

Normative di riferimento

In ambito italiano e europeo, il rischio di autoaccensione è considerato nella valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro) e in particolare nella prevenzione incendi secondo le indicazioni del Codice di Prevenzione Incendi (D.M. 3 agosto 2015) e norme tecniche specifiche (es. UNI EN ISO 80079-20-1 per materiali esplosivi e infiammabili).

Conclusione

Il rischio di autoaccensione non va sottovalutato: anche in assenza di fiamme, una cattiva gestione di materiali combustibili può portare a incendi improvvisi e potenzialmente devastanti. Una corretta valutazione del rischio, unita a misure di prevenzione e monitoraggio, è fondamentale per garantire la sicurezza in ambienti industriali, agricoli e civili.